L'Amianto, una varietà fibrosa di Serpentino

Nella sezione di Scienze della Terra è esposto un campione di Crisotilo, più noto come amianto o asbesto, con “fibre” di lunghezza eccezionale, proveniente dalla cava dello Sferlùn (Campo Franscia, Valmalenco). Si tratta di una varietà fibrosa del serpentino che, grazie alla caratteristica struttura in cui i singoli strati sono arrotolati su se stessi, è divisibile in fibre elastiche e così resistenti da poter essere tessute. Un tempo veniva utilizzato come isolante del calore e dell'elettricità, ma oggi l’impiego è proibito per legge in quanto l’inalazione di fibre di piccole dimensione ha effetto cancerogeno.


I primi documenti certi che informano sulla presenza dell’attività di estrazione dell’amianto in Valmalenco risalgono al XIX secolo. Nel 1807 Candida Lena Perpenti riuscì nel tentativo di filatura di campioni provenienti dalla Valmalenco. La tecnica fu perfezionata nel 1827-28 da Giovanni Aldini, che fabbricò carta, cartoni ed indumenti ignifughi, e successivamente, nel 1830, da Antonio Vanossi. Nel 1874 esistevano in provincia di Sondrio otto località ricche di amianto, di cui la maggior parte in Valmalenco.


Il lavoro dei minatori era molto pesante sia per la scarsa attrezzatura disponibile sia per l’ubicazione in quota delle miniere, che costringeva a lunghi spostamenti a piedi con carichi sia all’andata che al ritorno. Interessante notare che l’attuale rifugio Ventina fu costruito dai cavatori Fossati per alloggiare i minatori. Le cave furono definitivamente abbandonate negli anni ’50 del Novecento.